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Clik here to view.Il santo di oggi è da secoli invocato contro i terremoti. Sant’Emidio di Ascoli Piceno, originario di Treviri, in Germania, fu vescovo di Ascoli, città nella quale, nel 303, finì martire a soli 30 anni. Come detto, pare che grazie alla sua intercessione si possa restare al riparo dai terremoti, anche se i motivi per i quali Emidio abbia questo potere non sono sufficientemente documentati.
Alcuni storici sostengono che il santo, appena giunto ad Ascoli, fece crollare con il solo tocco delle mani tutti i templi pagani, come colpiti da un violentissimo terremoto. Di certo il patronato però lo guadagnò nel 1703, anno nel quale le Marche vennero distrutte da un terribile terremoto che, miracolosamente, risparmiò Ascoli Piceno. Pochi anni più tardi i fedeli di Ascoli eressero una chiesa sopra alla grotta dove Emidio morì e dove, secondo la leggenda, fu trovato il suo sepolcro ricoperto di basilico (pianta beneaugurante per il viaggio nell’aldilà). Il santo viene ricordato il 5 agosto.
I terremoti sono ancor oggi fenomeni che, dal punto di vista scientifico, restano imprevedibili. E dove non arriva la scienza non resta che la superstizione. Secondo la tradizione i terremoti sono annunciati da alcuni segni premonitori: l’arrivo improvviso di aria calda e umida; l’apparizione di una stella cometa; le stelle cadenti; il canto insistente dei galli; il chiocciare delle galline e il nitrire dei cavalli a ore insolite.
Altri segni premonitori sembrano essere le nebbie tendenti al giallo sulfureo; le aurore boreali e il pianeta Marte che di martedì si trova vicino al Sole. Diversi anche i sistemi per fermare le scosse del sisma. Il più comune è quello di suonare le campane. Un’ultima credenza sui terremoti vuole che le persone nate durante un sisma abbiano per sempre tremori di corpo e difficoltà nel camminare, occhi belli, grandi idee e pensieri chiari, ma difficoltà nel linguaggio.
L’ipotesi che il caldo e l’afa improvvisi possano causare i terremoti, è stata oggetto di studio di uno scienziato giapponese, tal Onori, che nel XX secolo decise di verificarne la fondatezza. Analizzando le condizioni meteorologiche immediatamente precedenti i diciotto terremoti più rovinosi accaduti in Giappone, constatò che mai, in nessun caso, il sisma era stato annunciato da giornate calde, afose e senza vento.
Benché cosi palesemente smentita, la credenza popolare può vantare origini nobili. A sostenere la teoria che i terremoti più rovinosi siano preceduti da una totale assenza di vento fu Aristotele. Nel trattato “Meteorologica” egli dedicò ben due capitoli all’argomento, demolendo tra l’altro le teorie di molti suoi predecessori: quella di Anassimene. che aveva individuato nell’alternanza tra l’inumidirsi e il disseccarsi della terra la causa dei terremoti: quella di Anassagora, convinto che l’etere (aria), irrompendo nelle cavità della terra, fosse in grado di muoverla; quella di Democrito, che dava la colpa alle abbondanti e persistenti piogge.