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Nel lunario i proverbi della battitura

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Il mese di luglio era per tradizione quello della trebbiatura, detta anche battitura del grano, che in passato era temporalmente disgiunto dalla mietitura, caratteristica del mese di giugno.
Lo ricordano tanti proverbi: ne ho scelto uno, modenese, semplicissimo: Al bater ed loj (Il battere di luglio) e uno romagnolo, un po’ più articolato: Loi, quând e ven l’è un mes arscaldè ben; loi quând e vnirà e’ grân int l’era us batrà (Luglio, quando viene è un mese ben caldo; luglio, quando verrà si batterà il grano nell’aia).

Le tradizioni collegate a questo evento sono tante, anche se la più originale, almeno nel nome, era quella di “Mangiarsi l’orologio”.
Non è che i contadini durante la battitura del grano, lavoro faticosissimo, per riprendere le forze mangiassero davvero un orologio, con tanto di lancette e quadrante, ma mangiavano quello che allora scandiva il tempo: il gallo più vecchio del pollaio, chiamato scherzosamente, l’orologio.

Il momento di tirare il collo al gallo, tra la mietitura e la trebbiatura, aveva un senso: durante la raccolta del grano, serviva ancora a scandire il tempo ai mietitori, che spesso si alzavano prima dell’alba, proprio al canto del gallo; durante la battitura invece, il gallo era inutile, se non per preparare buone pietanze agli affamati battitori.

Il gallo era dunque al centro dell’attenzione e, nel bene e nel male, sentirlo cantare portava fortuna. Alcuni si spingevano addirittura ad indovinarne i “chicchirichì”: azione però rischiosa, dato che, in caso di insuccesso, si narra che la sfortuna avrebbe colpito il poco capace indovino.
Dal canto del gallo si ottenevano anche presagi: quando cantava a un orario insolito, si diceva che il tempo sarebbe peggiorato, mentre se lo faceva di notte, preannunciava che qualche cosa di illegale stava accadendo in quel luogo.

I galli vecchi, oltre ad essere sacrificati durante la battitura del grano, in passato venivano uccisi perché si credeva che potessero deporre uova piccole e quasi sferiche (che non sono altro che le uova abortite e senza tuorlo che depongono le galline a fine stagione), dalle quali avrebbero preso vita i terribili basilischi: esseri dalle sembianze di serpente, capaci di uccidere chiunque con lo sguardo.
Dunque, per non correre inutili rischi, niente di meglio che tiragli il collo: orologio o procreatori di mostri che fossero.


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