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Clik here to view.Il santo di oggi, Corrado Confalonieri, nacque ricco e viziato in quel di Piacenza nel 1290, e solo per una tragica battuta di caccia, che ebbe conseguenze disastrose per il feudo di famiglia fino quasi a scatenare una battaglia tra Guelfi e Ghibellini, divenne santo.
Veniamo ai fatti: Corrado, durante una battuta di caccia in una zona boscosa chiamata ancor oggi “La bruciata”, nei pressi di Piacenza, pensò bene di stanare la selvaggina dando fuoco alla boscaglia. Complice il vento e una serie di eventi sfortunati, andò tutto a fuoco: case, capanne e ovviamente il bosco.
Spaventato, fuggì con amici e familiari nascondendo il misfatto.
L’incendio venne visto dai governanti ghibellini di Piacenza (i Confalonieri erano guelfi), come un attentato, e si misero in cerca di un colpevole, fino ad accusare e condannare un contadino innocente.
Corrado, pentito, confessò, subendo la pesantissima pena della confisca di tutti i terreni per risarcire il danno fatto.
Questo episodio segnò profondamente la vita di Corrado, che negli anni successivi vestì l’abito francescano ritirandosi nell’eremo di Calendasco, seguito nella conversione dalla moglie Giovannina che entrò nelle Clarisse.
Nel 1315 lasciò la città, ed iniziò un lunghissimo pellegrinaggio che, nel 1340, lo portò a Noto, in Sicilia, dove visse da eremita fino alla morte, nel 1351.
Tanti i miracoli attribuiti a san Corrado, quello di saper curare l’ernia, anche se è passato alla storia per il miracolo dei Pani, che Corrado avrebbe compiuto durante una carestia causata dalla peste nera che colpì la Sicilia. Secondo la leggenda chiunque si rivolgesse a Corrado tornava a casa con un pane caldo, impastato direttamente dalle mani degli Angeli.
Per ironia della sorte, Corrado è ricordato come il patrono dei cacciatori e spesso viene invocato per ottenere una buona caccia. La sua festa è il 19 febbraio.
Si sa, i cacciatori sono superstiziosi e ne inventano di ogni per assicurarsi una buona battuta.
Tra gli atti scaramantici più comuni per non sbagliare un colpo, c’è quello di sputare tre volte per terra in segno di croce prima di sparare. A un cacciatore non bisogna mai augurare “buona caccia” ma il tradizionale, e in questo caso poco adatto, “in bocca al lupo”.
Sono segni di cattivo augurio per i cacciatori: andare a caccia di venerdì 17, udire il canto della civetta, vedere due frati, incontrare un gobbo, toccare la canna del fucile con quella di un altro cacciatore, incontrare vecchie o donne incinta, o uccidere per errore una rondine.
Di buon auspicio, invece: vedere splendere Venere in cielo alla mattina e caricare le cartucce con un numero dispari di pallini.
Una cosa da evitare assolutamente, ricordando le gesta del nostro Corrado, è dar fuoco al bosco per stanare la selvaggina: a meno che non si desideri diventar… santi.