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Nel lunario san Camillo de Lellis e le susperstizioni sul gioco d’azzardo

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Questa settimana voglio raccontarvi la storia di un santo straordinario: Camillo de Lellis, e della sua altrettanto straordinaria trasformazione.
Nobile abruzzese, nato nel 1550, da giovanissimo dimostrò un temperamento impetuoso. A tredici anni gli morì la madre e, per seguire il padre, militare di carriera negli eserciti spagnoli, cominciò a vagabondare e a frequentare i soldati, imparandone il linguaggio e soprattutto dimostrandosi particolarmente abile nel gioco delle carte e dei dadi. Si arruolò nell’esercito della “Lega santa” ma presto dovette desistere, prima per la morte del padre e poi per la comparsa di una dolorosa ulcera alla caviglia destra, che gli segnò poi l’intera esistenza.
Ricoverato a Roma all’ospedale San Giacomo degli Incurabili, appena ripresosi decise per la carriera militare, e fu mandato al soldo della Spagna a combattere prima in Dalmazia e poi a Tunisi. Congedato a soli 24 anni, perse tutti i suoi averi ai dadi, e fu accolto dai Cappuccini di San Giovanni Rotondo come manovale. Dopo un anno, la conversione, e un secondo ricovero per i problemi alla gamba. In ospedale conobbe da vicino lo stato di abbandono e di miseria in cui si trovavano i malati, alla mercé di un personale indifferente ed insufficiente, e decise di dedicarsi completamente all’assistenza dei malati.
Con un gruppo di amici formò la Compagnia dei Ministri degli Infermi (i Camilliani), venne consacrato sacerdote, e iniziò la sua opera a favore dei malati. Costruì diversi ospedali salubri ed efficienti, puliti, arieggiati, nei quali i malati affetti da malattie contagiose erano tenuti separati per evitare il contagio. Fu poi il primo ad avere l’idea di assistere i malati gravi a domicilio (assistenza domiciliare) e a costruire il prototipo dell’unità mobile di soccorso (l’attuale ambulanza). Camillo è patrono della Croce rossa (i camilliani erano riconoscibili proprio per una croce rossa sul petto), degli infermi, degli infermieri e delle infermiere, degli ospedali ed è invocato per ottenere una morte buona. Si festeggia il 14 luglio.

La passione per il gioco d’azzardo di Camillo è una buona occasione per raccontare brevemente alcune superstizione su questo tema.
Il timore più comune tra i giocatori è quello che la presenza di una persona in piedi dietro di loro porti sfortuna; per evitare ciò, bisogna subito offrirle una sedia e farla sedere. Grande importanza riveste la scelta dell’abbigliamento. Un indumento indossato in un giorno fortunato diventa, per il giocatore, un vero talismano, da indossare sempre, fino alla completa consunzione; le scarpe, in particolare, godono di grande considerazione. Se un giocatore vince non cambia nulla, se perde, si affretta a cambiare la seggiola, il posto o, almeno, se non può fare altrimenti, “scrolla” la sfortuna da questa. Per i giocatori è di buon auspicio tenere in tasca una lucertola a due code o una pelle di biscia essiccata.
E se vi capita di sentir passare un’ambulanza… che giochiate o meno, toccare ferro, fatevi il segno della croce o toccatevi – se li avete – i gioielli.


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